In uno dei miei post precedenti ho accennato al processo che si svolse nel cortile di Castel Noarna, vicino Trento, ai danni di povere donne ignoranti e facilmente suggestionabili, dette streghe (o strie).
Quella dei processi alle streghe, a mio avviso, è una delle pagine più tristi e vergognose della nostra storia!
Povere donne (e a volte uomini) innocenti vennero torturate ed obbligate a confessare di aver commesso le cose più strane, solo per tenere il potere sulla povera gente.
Ho letto alcuni libri che riportano gli atti di alcuni di questi processi e vi assicuro che c'era tra i notabili e gli inquisitori tanta ignoranza e cattiveria, che difficilmente possono trovare una qualche giustificazione (e secondo me c'era anche lucida premeditazione!).
"Tutto ebbe inizio nell'anno 1646 nella piazza di Nogaredo. Mercuria accusò Domenica Chemelli di furto e stregoneria: a seguito di tale accusa, le due donne furono rinchiuse nelle carceri di Castel Noarna.
Ma Mercuria fu accusata a sua volta di stregoneria e, in interrogatorio, affermò che erano state Domenica e la figlia Lucia a insegnarle come diventare una strega, trattenendo l'ostia consacrata sotto la lingua dopo la Comunione e imprimendole il marchio del demonio su una spalla. Anche Lucia e Domenica vennero quindi arrestate e rinchiuse nelle carceri del castello; furono sottoposte a varie torture: il "tratto di corda" (che consiste nell'appendere il soggetto per le mani fino a spezzare i tendini o le ossa) e i "sibilli" (cioè spezzare le ossa delle mani con cunei in legno conficcati tra le dita).
Mercuria, dopo le torture subite, ammise di essere una strega, di partecipare ai sabba e di aver praticato guarigioni con unguenti satanici e polvere di ossa di persone morte. Affermò inoltre di aver avuto rapporti con tale stregone Delaito. A seguito degli interrogatori, Mercuria venne rilasciata.
Lucia invece, sotto tortura, narrò di quella volta quando, lei ed altre donne, stregarono il signor Cristoforo Sparamani: una notte, trasformate in gatti, entrarono nella sua camera da letto e lo cosparsero con un unguento dato loro dal diavolo, poi, riprese le sembianze umane, festeggiarono con pane, formaggio e vino sottratti alla sua cucina. Spesso, durante questi festeggiamenti, il diavolo si univa a loro, sotto sembianze sia umane che animali (una capra).
Successivamente, altre donne delle giurisdizioni di Castel Noarna e Castellano vennero arrestate per stregoneria. Domenica, Lucia e le altre donne, stremate dalla tortura, ammisero la loro stregoneria e narrarono di sabba e pozioni magiche.
Il processo, tenutosi a Palazzo Lodron, si protrasse per un anno. Durante il processo, l'avvocato difensore delle imputate, Marco Antonio Bertelli di Nomi, provò come gli interrogatori non fossero stati eseguiti correttamente e ottenne il permesso di far sottoporre a perizia medica le accusate. Dalla perizia risultò che le donne non portavano segni diabolici sul corpo e l'avvocato sostenne quindi come le loro colpe fossero sempre inferiori in quanto le donne sono "fragili, imbecilli nell'intelletto, ignoranti, credulone e facilmente soggiogabili".
Nonostante le tesi sostenute dalla difesa, le donne vennero dichiarate colpevoli. Qui di seguito trovate il testo della sentenza di condanna:
SENTENZA di CONDANNA delle STREGHE del 13 APRILE 1647
Noi Paride Madernino, Giudice Delegato, sentenziamo e codanniamo
DOMENICA CHEMELLI - LUCIA CAVADEN - DOMENICA GRAZIADEI - CATERINA FITOLA - GINEVRA CHEMOLA - ISABETTA e PAOLINA BRENTEGANI
che per mano del Ministro di giustizia, a tutte sopra le Giare, luogo a questo effetto destinato, gli sii tagliata fa testa dal busto, a tale che se ne morino e le anime loro si separino dalli corpi; e inoltre gli cadaveri di quelle siino abbruciati e le reliquie sue in dette giare seppellite ad esempio d'altri.
Il giorno seguente, 14 aprile 1647, in località Giare, la sentenza venne eseguita dal boia Ludovico Oberdorfer di Merano: decapitazione e successivo rogo, alla quale dovette assistere tutta la popolazione, pena un'ammenda di 25 ducati a persona.
Nel processo venne incriminato anche un uomo, Santo Graziadei, che morì in prigione nel 1651."
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Questo è il più conosciuto dei manuali della caccia alle streghe. Fu scritto in latino e venne presentato presso l’Università di Colonia il 9 maggio 1487. Il titolo è tradotto come “Il Martello delle streghe“ e fu scritto da Henry James Sprenger e Kramer.
Questo manuale rimase in uso per un periodo di tre anni ed ebbe grande influenza nella caccia alla strega, in Inghilterra e sul continente. |
Il povero avvocato cercò di difenderle ma come notate, senza risultato!
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Questo è uno dei libri che ho letto ed è molto interessante, oltre che preciso storicamente. |
Lascio a voi i commenti.
A presto Federica