giovedì 15 maggio 2014

Marie Antoinette

Nel mio ultimo scritto, ho parlato dell'amore delle mamme per i loro bambini e mi è venuta in mente la Regina Marie Antoinette.
Tutti la conosciamo e ne conosciamo la triste vicenda. Per cui, non annoierò con nozioni storiche.
Ho letto molto su di lei, sulla sua personalità, perché è una delle Regine che sempre mi hanno affascinato.
La sua vita, prima della tragedia, ha fatto e sempre farà sognare le ragazze.




Alcuni aspetti di lei mi hanno sempre colpito, qualche d'uno a suo discapito, come la "leggerezza" nell'occuparsi degli affari di Stato, la sottovalutazione dei gravi problemi che aveva la Francia in quel periodo e lo sperpero esagerato del denaro.
Altri aspetti però le rendono merito: l'affetto (e non l'amore) che ha sempre provato per suo marito, il Re Luigi XVI, l'amore smisurato che aveva per i suoi bambini e il coraggio (ed anche l'intelligenza) con il quale si è difesa durante il suo processo.
A proposito dei suoi bambini, ne ebbe quattro, si narra che li amasse davvero e che avesse sofferto moto per loro: il primo figlio Luigi Giuseppe, morì di tubercolosi all'età di 7 anni, come l'ultima bambina Sofia Elena che morì anch'essa di malattia a nemmeno un anno di vita.
Gli altri due, il Delfino di Francia Luis Charles (futuro Luigi XVII) ebbe una fine tremenda, ad appena 10 anni di vita, durante la Rivoluzione; mentre, fortunatamente, la piccola Madame Royale, Marie Therese Charlotte ebbe, in seguito alle vicende rivoluzionarie, una vita più serena (per quanto possa essere concesso ad una ragazza che subisce traumi di quel genere).
La circostanza che mi ha particolarmente rattristato è il venire a sapere che la Regina patì molto quando la separarono, durante la Rivoluzione, da questi suoi due figli.

Marie Antoinette con i suoi figli
Mi immagino che cosa deve aver provato e quanta pena deve aver avuto nei mesi in cui è stata senza di loro, tutto ciò aggiunto al fatto che non conobbe la loro sorte.
Forse, per il Delfino,  al quale la vita venne strappata presto, fu meglio così.
Si dice che non si possono giudicare, con il nostro metro di giudizio, i fatti storici; io, però, voglio esprimere il mio disprezzo per tutti coloro che trattano i bambini in modo così crudele, a prescindere dalle motivazioni.

Immagine tratta dal film "Marie Antoinette" di Sofia Coppola
La Regina Marie Antoinette è comunque bello ricordarla, come signora alla moda e molto elegante, felice nella sua Versailles.

Ritratto in una stanza di Versailles
Un caro saluto, Federica

2 commenti:

  1. Maria Antonietta amava moltissimo i suoi figli, cosa che non era frequente all'epoca nelle famiglie reali, dove spesso a crescere i figli erano altre persone e il rapporto rimaneva distaccato, come probabilmente fu tra la stessa Maria Antonietta e sua madre Maria Teresa d'Austria, l'imperatrice. E' possibile che la regina abbia voluto dare ai propri figli quell'affetto che non aveva ricevuto dalla madre, da cui si distaccò molto presto, a quattordici anni, quando sposò l'allora Delfino di Francia. Inoltre per Maria Antonietta l'arrivo dei figli fu intensamente desiderato perché per anni la coppia reale non riuscì a concepire a causa di un difetto fisico del futuro re, che fu risolto solo con un'operazione chirurgica. Tutto questo ci mostra come in realtà anche la prima parte della vita della futura regina di Francia non sia stata così facile come si potrebbe pensare. Purtroppo Maria Antonietta fu vittima di una costante denigrazione e demonizzazione che non risparmiò nessun aspetto della sua vita: i suoi nemici politici inventarono storie assurde (a partire dall'Affare della Collana) e frasi mai dette (la famosa battuta sulle brioches è una delle tante leggende nere create dai giacobini per fare di lei il capro espiatorio di tutti i mali), ma la cosa più grave è che cercarono di infangare anche il suo ruolo di madre, inserendo nei capi d'accusa del processo delle cose irripetibili, che però sono rimaste agli atti per secoli. Quindi alla tragedia della separazione dai due figli superstiti si aggiunse anche il fatto che quella separazione fu motivata, con una totale falsità, da accuse di "indegnità morale" formulate in modo meschino e osceno. Questo deve servire a ricordarci il lato oscuro del giacobinismo, che poi si è regolarmente ripresentato ogni volta che si è applicata la demonizzazione e l'uso strumentale della "giustizia" per distruggere anche moralmente non solo la persona, ma anche la famiglia e la memoria del nemico politico. E la cosa che fa rabbrividire è che tutto ciò succede ancora oggi e non solo nei processi che riguardano personaggi politici. Molte madri sono state processate, condannate e distrutte sulla base di processi in cui non è mai stata applicata la presunzione d'innocenza: si è partiti dalla presunzione di colpevolezza e se l'imputata non riusciva a dimostrare di essere innocente, non solo veniva condannata, ma anche messa pubblicamente alla gogna, senza che nulla venisse risparmiato. Tutto ciò fa leva anche sul bisogno delle masse di trovare sempre un capro espiatorio, uno a cui dare la colpa di tutto, I colpevolisti, nell'opinione pubblica, sono sempre la stragrande maggioranza, e questo non depone a favore della psicologia delle masse. Ciò che la rivoluzione francese ha inaugurato non è stato affatto il trionfo del diritto, come vorrebbe la vulgata filo-illuminista. La razionalità strumentale dell'illuminismo è stata, a volte, ancora più spietata dei torturatori medievali e dei cacciatori di streghe nel cercare a tutti i costi di colpire le persone nei loro affetti più cari e di sottoporle alla gogna e alla "damnatio memoriae". Quindi ben venga una riflessione molto approfondita su come Maria Antonietta e i suoi figli furono oggetto di una tortura e di un annientamento la cui crudeltà ci lascia sgomenti.

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